E' vero che sei arrivato in ritardo, ma direi che che valeva la pena di aspettartiOldblucerchiato ha scritto: Un po' in ritardo il mio commento su una partita kafkiana in cui ,attoniti, abbiamo assistito all'ennesima riproposizione di tutto ciò
che da decenni, ma ora sempre più incalzante, rovina tutto quello che il calcio, inteso ormai come pura astrazione, potrebbe offrire a tifosi e simpatizzanti: ovvero la possibilità che Davide batta Golia, che l'agrimensore raggiunga il Castello, che Ettore sconfigga Achille,che i 300 spartani fermino alle Termopili l'immenso esercito persiano (in fondo Efialte ha una sua rivisitazione calcistica nel mediocre uomo giallovestito che ha deciso , conscio della sua pochezza, di schierarsi con il forte) che, più prosaicamente, si possa vedere esultare a maggio, un Verona, un Cagliari, una Sampdoria, una Fiorentina.
No. Non è possibile. L'analisi perciò va condotta non su questa singola partita, campionario peraltro di servilismo a tutti i livelli , ma su un sistema che erige a eroe, un calciatore pur bravo ma in chiaro declino, con un provincialissmo deteriore. Sul termine eroe, oltremodo abusato in questi tempi , sarebbe ora di ragionarci a fondo, perchè rivela o rileva la necessità di grandi fette di tifoseria di idolatrare qualcuno , opponendo la cieca e insensata risposta pavloviana ad una ragione, che pur tra il pathos del tifo, deve comunque ,anche se non sempre è possibile, emergere.
Il calcio attuale esprime un sistema di disvalori ampiamente sperimentabile nel sociale, nel politico, nell'individuale, nell'etico per arrivare all'estetico che, nella sua accezione più semplificabile, per dirla alla Carmelo Bene, è la genialità di un colpo di tacco di Van Basten ( che sostituisco con Quagliarella) che si contrappone alla trivialità di commenti e trasmissioni dove il confine fra il banale e il francamente osceno è sfumatissimo.
Alla fine la bella partita , il risultato a sorpresa, l'impresa inaspettata , la parabola perfetta, il sincronismo di una squadra che gioca bene sono elementi che attengono al bello dello sport, all'imprevedibile, alla fiaba. Escludere questi elementi (estetici o etici fate voi) è ,per certi aspetti, come parafrasare una costruzione dantesca , una lirica del Petrarca, un sonetto del Foscolo o ridurre l'Infinito leopardiano ad una robusta siepe che protegge e consacra piccole, mediocri e volgari ma sbandierate certezze di potere ormai acquisito .Triste.
